E’ cosa ormai risaputa che l’Italia sia il primo partner commerciale del Paese delle Aquile detenendo circa il 37,47% della quota complessiva di mercato; più di 400 aziende hanno vi hanno stabilito la propria sede e, grazie agli investitori italiani, vi sono stati ben 700 milioni di investimenti. Questi ultimi sono rivolti, prevalentemente, verso specifici settori quali il settore energetico, edilizio, manifatturiero ed agricolo.
Da ricordare è l’anno 2008 in quanto è stato firmato l’Accordo Quadro di Cooperazione allo Sviluppo Italo – Albanese 2010 – 2012, mentre nel 2010 viene siglato il Protocollo di Cooperazione allo Sviluppo per favorire l’integrazione dell’Albania verso l’Europa. Grazie al questo ultimo vengono stanziati ben 51 milioni di euro al fine di favorire lo sviluppo del settore privato, rurale e sociale.
Il 2005 ha visto l’ Integrated Planning System (IPS) il quale assicura il coordinamento ed una pianificazione strategica delle risorse finanziarie nazionali ed europee al fine di cercare di fornire la garanzia di rispetto degli impegni presi nei confronti dell’UE al fine di aderirvi. L’IPS è costituito da un gruppo di 7 donatori ( fra i quali è presente anche l’Italia) che hanno creato un fondo fiduciario complessivo di euro 5.85 milioni per finanziari economicamente le riforme strutturali sul territorio albanese. Presso questa nuova frontiera è stata, inoltre, istituita la National Strategy for Development la quale ha definito un piano di interventi strutturali che saranno effettuati nel periodo intercorrente il 2014 ed il 2020. Infine l’Unione Europea garantisce al Paese delle Aquile assistenza alla Preadesione al fine di non commettere errori durante lo svolgimento degli impegni assunti con la stessa.
Questi sono solo alcuni dei motivi che hanno spinto e continuano a spingere diversi italiani a trasferire la propria attività lavorativa in Albania.
L’ambasciatore italiano, Massimo Gaiani, riconosce i vantaggi che un imprenditore straniero può trovare in questa terra: “basso costo della manodopera, una tassazione agevolata (e a breve sarà trattato il sistema fiscale presente), la vicinanza geografica al Bel Paese, la lingua ed i beni di trasporto verso l’Italia”. Di rilevanza basilare è, ovviamente, la presenza di una burocrazia snella.
L’imposta sui redditi nella Repubblica d’Albania
Sono considerati soggetti d’imposta le società, i gruppi di società, i consorzi ed anche gli enti di fatto, sia albanesi che stranieri, i quali svolgono un’attività economica in Albania, ovvero tutti i soggetti vincolati al pagamento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) a prescindere dallo status o tipologia societaria, vengono esclusi i soggetti all’imposta semplificata sull’utile per i piccoli imprenditori. Da ricordare è che una persona giuridica viene considerata residente in Albania nel momento in cui abbia la sede legale in tale territorio; dal 1.1.2014 l’imposta sull’utile è pari al 15%. La base imponibile per la tassazione viene determinata dalle risultanze del bilancio annuale di esercizio e dalle scritture contabili collegate. Nella citata Legge è presente, a titolo esemplificativo e non completo, un elenco delle spese considerate non deducibili. In forza della Legge n. 10364 del 16.12.2010, la quale modifica la Legge n. 8438/1998, si stabilisce che i dividendi ed i profitti sia da una società residente sia da una società non residente soggetti all’imposta sul reddito, saranno considerati come esclusi dal profitto imponibile della società residente in Albania beneficiaria della suddetta distribuzione di dividendi o di profitti.